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lunedì 28 febbraio 2011

Ladro di cinema

Con una cinepresa Kodak 8mm modello 125, regalo della zia, ha mosso i primi passi nel mondo del cinema. La sua passione lo ha portato a coltivare la cinematografia senza scendere a compromessi di natura commerciale, mantenendo nel tempo la qualità della ricerca e lo spessore dei contenuti. Piero Livi, classe 1925, non si arrende e continua la sua attività di "Uomo atto alle cose del cinema". Di prossima realizzazione la rivisitazione del suo cortometraggio più famoso, Marco del mare (1957)

 
Identikit
Nome: Piero
Cognome: Livi
Nato a Olbia il primo maggio  del 1925
Hobbies: cinema, fotografia, tutto lo sport tranne il calcio
Professione: registra cinematografico

Come nasce la passione per il cinema?
«In realtà la mia prima passione è per la fotografia. Ho iniziato la mia carriera come fotografo provetto, poi il resto».


Si è mai ispirato a un genere in particolare?
«No. Sono sempre stato indipendente. Comunque mi piacciono vari generi cinematografici, tranne il comico e la fantascienza».


Ha un regista-modello che ha seguito?
«Piero Germi: i suoi film sono di una perfezione assoluta».


Cosa pensa del cinema di oggi?
«Completa delusione. C'è impreparazione e approssimazione a discapito della qualità. Purtroppo per il pubblico italiano attuale i film di contenuto sono considerati noiosi e poco interessanti».

Quindi che voto darebbe alla cinematografia di oggi?
«6+, perché il cinema di oggi è solo commerciale e di intrattenimento. Purtroppo non è dato il giusto valore alla figura dello sceneggaitore, come invece accade in America».

Quali attori di oggi salverebbe?

«Pier Francesco Favino, Giovanna Mezzogiorno, Riccardo Scamarcio».

... e attori importanti che hanno lavorato con lei?
«Tanti. Qualche nome: Anna Galiena, Enzo Montagnani, Corrado Pani».

di Manolo Davi